Aosta - Biblioteca regionale

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Non dirmi che hai paura

Non dirmi che hai paura, Giuseppe Catozzella

Dall’incontro del 18 gennaio 2018

Il romanzo di Catozzella, è costruito sulla storia vera di Samia Yusuf Omar, velocista somala alle Olimpiadi di Pechino del 2008 raggiungendo il suo record personale in gara per il suo paese, la Somalia. Sognava la libertà dalla guerra e dalla povertà e correva per riscattare il suo paese, è annegata nel 2012 cercando di raggiungere le coste italiane da dove sperava di partire alla ricerca di un vero allenatore che si occupasse di lei.

L’autore ha descritto nel romanzo, in modo delicato e deciso, il mondo in cui viveva Samia, un mondo di degrado e povertà, di sopraffazione e violenza ma anche di coraggio e tenacia. Attraverso una narrazione in prima persona, la protagonista rende partecipi i lettori delle proprie emozioni  facendo vivere loro le situazioni viste con i suoi stessi occhi. Si tratta di un’opera rispettosa che non cade mai nella banalità e nel pietismo nonostante il dramma e le privazioni siano descritte nei particolari. Un libro in cui l’autore fa descrivere con leggerezza a Samia una terribile situazione di guerra. Molti sono i temi affrontati dal libro e altrettanti gli interrogativi sollevati a cui il lettore viene avvicinato e che, spesso, non trovano risposta:

l’amicizia tenera tra i due ragazzi, Samia e Alì che insieme perseguono il sogno di rivincita attraverso una preparazione sportiva di alto livello perseguita con poveri mezzi; la corsa, perché si corre? È una domanda che rimbalza lungo tutta la trama e che può trovare infinite risposte: per inseguire un sogno, per raggiungere un luogo, per scappare da una situazione, per riscattare il proprio paese; il coraggio, una spinta vitale che permette di perseguire le proprie aspirazioni respirando aria di libertà; il rapporto genitore/figlio in Africa, diverso dal rapporto occidentale, molto profondo ma anche più difficile e, a volte, breve…

Un altro argomento che percorre tutto il libro è l’affermazione dell’Islam integralista, mal tollerato dalla popolazione somala, ma accettato per timore. La protagonista rifiuta i dettami religiosi più estremi senza, tuttavia, opporsi apertamente ma sfidandoli ogni giorno, correndo di notte con indosso il burqa e allenandosi pur essendo una donna con tutti i rischi del caso. E poi… il Viaggio, quello con la V maiuscola, quel viaggio, intrapreso da migliaia di esseri umani, un’odissea che si snoda attraverso l’Etiopia, il Sudan, il Sahara, la Libia e infine il mare e l’Italia. Un viaggio per rincorrere un sogno di vita nuova. L’immigrato che affronta il mare di notte, rischia la vita, arriva distrutto e sporco sulle nostre coste e chiede solo pace, pane e un pizzico di tranquillità, è il nemico perfetto. Un nemico costruito a tavolino, perché le persone non si odiano in modo naturale ma, qualcuno accende la miccia dell’odio prosperando nel conflitto tra poveri.

L’autore ci dice che dobbiamo avere coraggio, se abbiamo paura i sogni non si avverano, il sogno va curato, perseguito e mai abbandonato.

I sogni possono divenire realtà? La felicità è possibile? Se ci si crede possono divenire realtà, trasformandola in meglio, ma possono anche infrangersi e, in ogni caso, ci hanno regalato la possibilità di vivere emozioni forti, sono il carburante della nostra vita, ciò che ci fa sentire vivi e che motiva la stragrande maggioranza dei nostri comportamenti.